CORSO SUL CINEMA

introduzione al linguaggio filmico

2010 - A cura di Luciano Piazza, con la collaborazione di Silvia Lombardi
Approfondimenti su Wikipedia: il regista, il film
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I MOVIMENTI DI MACCHINA
la steadycam;
il movimento di macchina e la partecipazione dello spettatore alla scena

tratto da: “Full metal jacket” (Stanley Kubrick, 1987)
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Il movimento di steadycam è il movimento ottenuto mettendo la macchina su un supporto pneumatico, una specie di giubbotto che la contiene a cui è imbragata e che è indossato dall’operatore, al fine di ammortizzare e attutire i sobbalzi della mdp stessa, soprattutto quando ci si muove su un terreno accidentato, come si vede nello spezzone esaminato. In questa scena la mdp viene portata dall’operatore, che si muove piuttosto velocemente e agilmente insieme ai personaggi, mentre corre sul terreno irregolare e scosceso. La steadycam rende più morbida e fluida la ripresa, ammortizzando e smussando i bruschi movimenti. Il movimento di steadycam, inoltre, induce una sorta di partecipazione dello spettatore alla scena; è un modo attraverso il quale Kubrick, che ne è stato uno degli artefici più importanti, ci fa sentire il più possibile dentro la scena stessa, anche se non ci fa pensare che sia il punto di vista di uno dei marines presenti nell’azione. Anche in questo caso il regista è coerente con il suo stile, caratterizzato da freddezza oggettiva, che fa scarso uso quindi delle soggettive o della soggettività del punto di vista. In ogni caso questo uso della steadycam, un’entità che si muove sulla scena, pur non mostrandoci soggettive, ci fa entrare nella scena stessa come se partecipassimo all’azione, insieme alla globalità dei soldati, trasmettendoci un distillato e un concentrato delle emozioni di tutti i marines.
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