UNA SETTIMANA LAVORATIVA IN MINIERA

«Nelle miniere di carbone e di ferro, che vengono sfruttate press'a poco allo stesso modo, lavorano fanciulli di 4, 5, 7 anni; la maggior parte di essi però è superiore agli 8 anni. Essi sono incaricati di trasportare il materiale staccato dal luogo di abbattitura al sentiero o alla galleria principale, e di aprire e richiudere le porte che separano le diverse sezioni della miniera, al passaggio degli operai e del materiale. Alla sorveglianza di queste porte vengono adibiti per lo più i bambini più piccoli, che a questo modo devono starsene soli per dodici ore al giorno nel buio, in un corridoio angusto e quasi sempre umido, senza avere neppure quel tanto di lavoro sufficiente a scacciare la noia abbrutente e demoralizzante dell'inattività.
Invece il trasporto del carbone e del minerale di ferro costituisce un lavoro estremamente duro, perché questo materiale deve essere trascinato in grosse carriole senza ruote sul fondo accidentato delle gallerie, spesso sul fango umido o attraverso l'acqua, spesso ancora per erte salite e attraverso passaggi che talvolta sono tanto angusti che gli operai devono camminare carponi. Perciò a questo estenuante lavoro vengono adibiti fanciulli più grandi e ragazze adolescenti. [...]
I fanciulli e i giovani che vengono occupati a spingere il carbone e il minerale ferroso lamentano tutti una grande spossatezza. Nemmeno negli stabilimenti industriali diretti coi criteri più brutali troviamo un esaurimento
così generale e spinto a un punto così estremo.
Avviene ogni momento che i fanciulli, quando tornano a casa, si gettino sul pavimento di pietra davanti al focolare e si addormenti no immediatamente, che non siano in grado di mangiare neppure un boccone e debbano essere lavati e messi a letto dai genitori nel sonno. Talvolta, addirittura, i genitori nel cuore della notte debbono andare a ricercarli, e li trovano addormentati per strada dove si sono gettati a terra vinti dalla stanchezza. È un fenomeno quasi generale che questi fanciulli trascorrano a letto la maggior parte della domenica per rimettersi un poco dallo sfinimento della settimana. [...]
Lo stesso avviene per le fanciulle più grandi e per le donne, che vengono sovraccaricate di lavoro nel modo più brutale.
Questo sfinimento, che quasi sempre viene portato fino a un grado estremamente doloroso, non manca di avere i suoi effetti sul fisico.
La conseguenza prima di una fatica così eccessiva è che tutte le energie vitali vengono assorbite dallo sviluppo unilaterale dei muscoli, così che particolarmente i muscoli delle braccia e delle gambe, della schiena, delle spalle e del petto, che nel tirare e nello spingere vengono adoperati più degli altri, si sviluppano in modo eccessivo, mentre tutto il resto del corpo, per la mancanza di sufficiente nutrimento, si deforma. [...]»

di Friedrich Engels