PROBLEMI DEI CARRI A VAPORE
ED EVOLUZIONE VERSO L'AUTOMOBILE


Nei primi carri a vapore, dal momento che non era pensabile buttar via per le strade il vapore che era lavorato nei cilindri, come si poté fare nelle locomotive su strada ferrata, era necessario un condensatore raffreddato ad aria per recuperare il vapore e per rifornire d'acqua la caldaia. Negli U.S.A la costruzione di qualche automobile a vapore proseguì fino agli anni trenta realizzando automobili in tutto simili a quelle con motore a combustione interna, con il condensatore installato al posto del radiatore e la caldaia nel cofano anteriore. Si trattava di automobili pesanti che tra l'altro richiedevano un certo tempo per portare la caldaia in pressione. Come vedremo successivamente il vero rivale negli U.S.A dell'automobile con motore a combustione interna non fu l'auto con motore a vapore ma l' auto elettrica. Intorno alla metà dell'ottocento gli italiani Barsanti e Matteucci inventarono il motore a combustione interna denominato "motore a scoppio" seguiti dai tedeschi Otto e Langen che ancora oggi troviamo (con gravi problemi di inquinamento) sulla maggior parte delle nostre automobili su strada.